Centro Storico

 

 

 

Il centro storico di Roggiano ha forma triangolare con direzione Nord, Ovest-Sud e Sud-Est e presenta gli elementi tipici di un centro d’epoca medievale: le mura, le porte ed il nucleo civico. Le mura, ancora oggi in parte esistenti, circondavano l'intero perimetro del centro urbano, lungo le quali si aprivano quattro porte, che non erano semplicemente delle aperture, ma rappresentavano il luogo d’incontro tra i due mondi allora esistenti, l'urbano ed il rurale. La "Porta di Basso" era l'accesso più importante alla cittadina, denominata così, sia perchè era situata nella zona bassa del paese rispetto alla Chiesa Madre e sia per differenziarla dall'altra porta quella di "San Giovanni", situata nella zona alta del paese. Le altre due porte di accesso al paese sono l’ “Arco di Bruno”, nome che prende dalla famiglia che abitava la casa costruita sull’arco e l’ “Arco di Costantinopoli” anticamente posto tra la chiesa di San Giovanni e il palazzo Sanseverino. La "Porta di Basso" dal 1809 fu identificata dal popolo roggianese come "Arco del Carcere". Essa era costituita da un grande arco acuto collocato originariamente fra le due torri ed in seguito da un lato sulla torre e dall'altro, dopo il crollo della stessa, nella vecchia sede municipale che prese il posto a continuazione delle mura di cinta. La cinta muraria e le torri furono innalzate dai Normanni, nel corso della dinastia Aragonese, nel XIII secolo. L'arco, i resti della cinta muraria ed il vecchio municipio considerati inutili, per iniziativa della giunta municipale, furono demoliti nel 1964. Tale scempio fu giustificato dal fatto che scosse sismiche avevano reso pericolanti le strutture. Si presume che la vera ragione di questo sconsiderato atto è legata a vicende politiche; il partito di sinistra che amministrava allora il paese riteneva, infatti, inutili queste opere, non considerandone la loro importanza storica. La cosa più difficile da accettare è che la popolazione fu indotta a credere che tale demolizione era necessaria per creare più spazio per la costruzione di nuove abitazioni e che l'arco era da intralcio all'accesso con le auto e con gli autobus nel centro storico. L'arco ed il resto della cinta urbana furono demoliti nonostante la disapprovazione del Min. Pubbl. Istruz. Sop. ai Mon. e alle Gallerie della Calabria. Sulla cinta urbana, oltre a queste due torri, se ne innalzavano altre: una era ad Ovest del centro storico, di struttura molto complessa e provvista di una piccola loggia per le vedette; l'altra a Nord-Est alla fine di Via "Appiè le Mura" con una porta ad arco acuto detta in tempi recenti "Arco di Bruno" dal nome del proprietario sotto cui era posta. Nella cerchia di mura sono ancora riconoscibili delle altre torri cilindriche aggettanti dalla cortina a due porte. Per l'aumento della popolazione e per l'insufficienza abitativa del centro antico, gli abitanti furono obbligati ad edificare altre dimore fuori le mura di cinta e quindi fuori la “Porta di Basso”. Del borgo medioevale la più importante struttura conservata fino ai nostri giorni è la “Torre dell’Orologio”

Torre dell’Orologio

 

Sul crinale che divide la valle principale da quella del Follone, ad un’altitudine di 264 metri circa sul livello del mare, s’innalza, sull’antica cinta urbana, la torre ellissoidale, merlata e cordonata, con base a scarpata e aggettante dalla cortina a due porte, risalente al XIII secolo. Ha una struttura tronco conica rovesciata. Si sviluppa su quattro livelli fuori terra di cui, i primi tre d’origine medievale e il quarto, l'orologio, d’epoca recente. Nel 1800 è stata sopraelevata con una costruzione a pianta quadrata in muratura di mattoni a faccia vista che presenta, sulle facciate prospicienti le due piazze (Piazza Plebiscito e Piazza Garibaldi), quattro colonne accoppiate a due a due tra loro e poste a rilievo sulle estremità di ogni facciata su cui svetta un vecchio, ma ancor funzionante, orologio civico. La muratura di questo corpo ha uno spessore variabile tra 40 e 45 cm. Tale struttura è in ferro battuto ed è chiamata "cappello". La base portante della torre è costituita da muratura mista di pietrame e laterizi con spessore digradante e variabile tra i due ed un metro ed è sovrastata da una cordonatura di mattoni pieni con modonature a motivi ritmici posti a forma di guscio. Nel livello stradale ci sono due ingressi; ai piani superiori tuttavia ci si arriva anche tramite una scala esterna che, partendo da Piazza Plebiscito si sviluppa sino il secondo piano dove ha sede l'ingresso che consente, mediante una scala interna in legno, di arrivare ai meccanismi dell'orologio. Di proprietà del comune di Roggiano Gravina, la torre occupa una superficie complessiva di mq 60 circa per un'altezza complessiva di m 17.40. Il piano superiore della torre, dal XIX secolo, venne adibito ad archivio comunale. Fino a qualche anno fa il primo piano era adibito a pescheria e a bagni pubblici; negli anni Novanta del secolo scorso fu sede della Pro Loco, poi usato come sala per allestire delle piccole mostre locali e, dallo scorso anno è nuovamente sede della Pro Loco. Un tempo, la torre era sede del carcere civico e da qui prese il nome l’ "Arco del Carcere", l’arcata su cui insisteva un cammino di ronda che collegava la stessa ad un'altra torretta e ad un edificio che ospitava la sede municipale. La tradizione orale dice che attraverso una finestra i prigionieri venivano calati nella torre e lì dovevano scontare le loro pene. La torre fu utilizzata dai Normanni come base militare per il controllo del territorio e come torre di avvistamento e di comunicazione con gli altri paesi limitrofi comunicando eventuali pericoli e attacchi e serviva a rafforzare le mura e a difendere la porta. Fu utilizzata quale elemento di difesa, funzione che ha conservato nelle epoche successive, sino alla fine del secolo XVI, quando per la diffusione delle armi da fuoco, la sua utilità è andata progressivamente declinando.

Lapida

 

Sul lato della Torre dell’Orologio è visibile una lapida che ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi nella piazza antistante. Il 4 maggio del 1883, Federico Balsano, riprese una richiesta fatta l’anno prima al fratello Antonio, ex sindaco, in cui lo invitava a decidere dell’uso da farsi di una targa in marmo donata al Comune, perché fosse posta in omaggio alla memoria di Giuseppe Garibaldi, morto il 2 luglio dell’anno precedente. Nella lettera che accompagnava la targa c’era scritto: ”Onorevole sig. Sindaco, pur rispettando le ragioni, in gran parte finanziare, che hanno impedito alla nostra rappresentanza comunale di prendere parte al dolore per la morte del generale Garibaldi, risentito da tutto il mondo civile, io dopo lunga riflessione e perplessità non mi sono potuto esimere da un sentimento da me creduto di dovere, ed ho fatto incidere una lapidetta in marmo a nome di tutto questo paese per onorare in qualsiasi modo la memoria di quel Grande. La lapidetta che metto a disposizione del Municipio porta questa iscrizione: “A Giuseppe Garibaldi – Roggiano Gravina, 2 luglio 1822”; prego la SS. VV. di scegliere il sito in cui porla. Nel contempo mi permetto proporLe, salvo i contrari apprezzamenti della S. V. e della Rappresentanza comunale, di far situare, prima del 2 agosto, in cui termina il lutto nazionale votato dalla Camera, la ripetuta lapidetta nel muro di proprietà comunale della tuttora esistente torre feudale, prospiciente alla Piazza Mercato, e di cambiare questi nomi in quelli di Piazza e Corso Garibaldi. Così, a mio parere, avremmo una antitesi tutta politica nella postura della iscrizione, ed i nomi della piazza e della via risponderebbero, meglio che con adesso, alla cosa”. La lapide fu inserita, come indicato nella lettera, sulla torre e la si può ammirare sul fianco Est. Il 22 maggio del 1886 fu cambiato il nome della Piazza del Mercato in Piazza Garibaldi.

 
Piazza dell’Olmo

 

E’ una delle piazze più antiche e importanti del paese anche se di piccole dimensioni perché posta al centro del borgo medioevale e suo centro propulsore. In essa venivano eseguite le pene inflitte ai malviventi. Vi è interrato un secolare olmo che si può ritenere il più importante testimone della storia politica, economica e sociale di Roggiano. In questa piazza vi si svolgeva la fiera e l’olmo simboleggiava il diritto del feudatario.


 
Piazzale SAN PAOLO

 

E’ in questa piazza che l’amministrazione precedente ha fatto erigere una statua di San Pio da Pietralcina. E’ meta degli ossequi della cittadinanza, ma anche punto d’incontro per gli anziani del posto e le giovani badanti provenienti dall’Est per la sua posizione privilegiata da cui si vede un notevole panorama.

 


 

Icona in Via Supporto

 

L’effigie sacra è incorniciata in un arco e rappresenta la Vergine Maria mentre allatta il Divin Figlio. Probabilmente si tratta di un’opera dell’artista locale Angelo Maria Mazzia. Inoltre, si attesta in questa via una costruzione bifora di stile romanico.