MONUMENTI

Archi di Santa Barbara

Questi tre archi emblematici sorgono nella parte più alta del paese, dai quali si può ammirare uno splendido panorama che mostra tutti i comuni limitrofi. Una costante tradizione li vuole ultimo avanzo di un castello dagli incerti contorni e dai fumosi connotati. Ma solo scavi e sondaggi mirati potranno portare qualche elemento nuovo per risolvere questo problema. Gli archi, intitolati a santa Barbara protettrice degli artiglieri, appaiono muti nella loro consistenza storica: sono a tutto sesto, forse con un leggero segno di chiusura in alto, e sono edificati con tecniche e materiali che non consentono di stabilire alcuna datazione certa.

Carcere

In Via Carcere, si erge una piccola torre del XIII secolo, che nacque come torre di avvistamento ma fu poi per lungo tempo adibita a prigione. L’architettura è bizantineggiante ed è sormontata da una stretta cupola coperta, quasi a piramide, da una successione di tegole. Agli inizi degli anni del 1990, la struttura è stata sottoposta a restauro ed oggi è sede del Museo Archeologico, che ospita i preziosi reperti del sito dell’antica Dampetia.

Porte d’ingresso

Passeggiando per il paese è possibile imbattersi in elementi architettonici dalla lunga storia, come le porte d’ingresso. Infatti giunti in via Vaglio è possibile ammirare con tutta la sua bellezza la Porta detta appunto del Vaglio. La porta è inclusa nel palazzo Ducale e funge anche da sottopasso sopra il quale si estende un terrazzo. La porta è di sapore rinascimentale, costruita in bei conci di pietra con chiave di volta e due singolari maschere: una apotropaica che si volge all’esterno, quindi verso chi entra, e mostra la lingua in fuori, in un chiaro intento scaramantico sulle eventuali magarie che il visitatore potrebbe introdurre nel centro abitato, e una seconda, teste barbuta, che si volge all’interno, verso chi esce. La porta Ogliastro è giunta a noi solo come l’imposta di un arco, probabilmente crollato nel corso dei secoli. Il suo nome si vuole derivato da un ulivo selvatico che doveva sorgere nei pressi.

Fontane

La fontana monumentale di Torano, sita in corso Marconi, non è antica, ma è come se lo fosse. Costruita in pietra e muratura, è addossata al muro laterale destro della chiesa Matrice, ha quattro cannelle che escono da altrettanti mascheroni, in forma di Gorgonie liberty, e una scritta posta in alto che recita “ 1911. Acquedotto delle Sorgive Spaccafondo Varcovecchio”. Questa data sembra registrare in realtà l’arrivo dell’acqua a Torano nelle condutture dell’acquedotto, ma non la costruzione della fontana. Le sorgive di cui si ha notizia erano tutte esterne all’insediamento: valle aperta, circa 400 metri a ovest, ricordata come serbatoio del Duca, e lì vicino i gagliardi; poi, sotto l’attuale Municipio, ‘ u struoppu; ancora la fontana di San Sebastiano, e Puzzitellu, fuori le mura di via Costantinopoli.

Monumento ai Caduti

Il grande Monumento ai Caduti, che sorge nel centro di Torano, in piazza San Sebastiano, è il terzo della serie. Il primo fu eretto nel 1924 in forme simbolico evocative, le stesse sulle quali è stato poi modellato l’attuale. Considerato che quest’ultimo era stato rovinato dalle intemperie e lesionato dall’urto di un mezzo pesante, nel 1973 ne è stato inaugurato un secondo in stile figurativo, cioè con una statua in vetroresina riempita di cemento a rappresentare un soldato col fucile in mano ma con lo sguardo rivolto verso terra. Nel 2002 è stato riesemplato quello del 1924, questa volta con marmo bianco di Carrara e bronzo per le parti principali, pietra di Trani e massello di Pietrarsa per il piedistallo e il basamento.