I giovani e lo sport a scuola...

Column: Sport e Giovani
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Considerato il vasto campo d'indagine dell'universo sport-scuola, nella nostra ricerca ci siamo prefissati di conoscere quale è il "vissuto motorio" degli studenti, siano essi iscritti o meno ad un Centro di Avviamento allo Sport.

di Salvatore Mazzei - Docente ISEF - Componente Staff Tecnico CONI Cosenza


Un ruolo centrale nel persorso formativo dei giovani è affidato alla scuola, intesa come luogo in cui avviene l'acquisizione di saperi, competenze e abilità, ma soprattutto come primo conesto in cui il bambino, al di fuori del proprio nucleo familiare, comincia a rapportarsi con gli altri, ad intraprendere quel faticoso percorso orientato alla crescita, strutturato secondo mete di sviluppo che lo condurranno, attraverso dei riti di passaggio sociali e culturali, ad avvicinarsi all'età adulta e completare il processo di maturazione.


Considerato il vasto campo d'indagine dell'universo sport-scuola, nella nostra ricerca ci siamo prefissati di conoscere quale è il "vissuto motorio" degli studenti, siano essi iscritti o meno ad un Centro di Avviamento allo Sport.


Dai dati analizzati, è emerso che la maggior parte dei giovani intervistati, siano essi solo alunni praticanti che non praticanti, gradisce le attività di educazione motoria e di educazione fisica svolte a scuola.


Gli alunni riportano che le attività fisiche sono proposte con metodologie ritenute "divertenti esocializzanti". Dalle risposte si evidenzia che la maggior parte degli intervistati , tanto gli alunni che gli allievi dei centri CAS, giudicano i propri maestri o docenti "disponibili ed aperti al dialogo intergenerazionale", mentre una lieve differenza può essere evidenziata sul grado di severità.


Il 5,47% degli alunni delle scuole ,infatti, reputa l'insegnate severo, mentre la percentuale sale al 17,62% per gli allievi dei Centri CAS. Questo dato, probabilmente, può essere la risultante del diverso modo di porsi dell'alunno-allievo CAS nell'ora di attività motoria o di educazione fisica, sia nei confronti del docente che nei confronti del gruppo classe.




Spesso, infatti, gli alunni "sportivi" tendono ad avere un attegiamentoo di malcelata sufficienza verso le attività o di prevaricazione nei confronti dei compagni. Queste due condotte, che difficilmte sfuggono alla valutazione dell'insegnante, lo inducono ad attivare un intervento "più severo" nei confronti dell'alunno, laddove la severità vuole essere una strategia per modificare la qulità della partecipazione e dell'impegno.


Altro elemento di percentuale diversa fra i due gruppi, si riscontra nel giudizio espresso a rigurado le capacità professionali del maestro-docente; mentre più del 47% degli allievi-scuola lo giudica competente e preparato, la percentuale scende al 29,12 per gli allievi CAS : quale può essere la chiave di lettura?


Probabilmente, anche quì l'allievo CAS tende ad operare un confronto fra il tipo di attività svolta a scuola e l'attività svolta nella società sportiva. Nel porre il confronto, egli tende a paragonare l'operato del proprio maestro con quello dell'istruttore-alenatore: è evidente che, poichè diverse sono le esigenze metodologiche dei due operatori sportivi, diverso sarà anche il suo grado di giudizio nei loro confronti.



Il maestro-docente, solitamente, propone attività motorie che debbono tener conto delle diverse componenti motivazionali del gruppo classe, l'istruttore-allenatore propone per la stragrande maggioranza le attività motorie legate alla disciplina sportiva che l'alunno ha scelto di praticare e che, quindi, gli risultano maggiormente gradite. I due gruppi, tuttavia, fanno rilevare percentuali abbastanza vicine riguardo il piacere di fare educazione fisica a scuola: è intorno al 75% la percentuale di coloro i quali di gradire "moltissimo" l'educazione motoria e fisica a scuola. Attraverso la pratica motoria e sportiva egli può essere guidato e stimolato dalla figura del mastro-docente, nel quale spesso egli ravvisa la figura di un adulto di riferiemnto.


Nella partecipazione alle attività ludiche e motorie, il giovane inizia ad acquisire uno stile di vita non sedentario, nell'impegno sportivo scandito dagli allenamenti e dalle gare egli può trovare una valida alternativa ricreativa rispetto alle occupazioni sedentarie, quindi ai videogiochi, alla tv, al computer.


Solitamente il primo approccio ludico-motorio e sportivo avviene intorno ai 5/6 anni e coincide, per molti, con l'ingresso nel mondo della scuola : per questo motivo è molto importante che proprio nella scuola abbia inizio la costruzione della "cultura del saper motorio".


Una prima tappa verso una dimensione altra del ruolo dell'attività sportiva scolastica deve pasare necesariamente attraverso percorsi formativi che tengono conto delle rinnovate dimensioni sociali e dei cambiamenti culturali. Oggi occorre conoscere le aspettative dei giovani, i loro gusti, le loro tendenze, la loro mentalità caratterizzata dalla illusione di poter avere tutto, subito e senza sacrifici.




La costruzione di un percorso formativo scolastico, il cui obiettivo sia avvicinare o iniziare alla pratica sportiva i nostri giovani alunni, non può prescindere da un analisi dell'uso del tempo libero e di come i giovani "percepiscono" lo sport.


In questa direzione la scuola deve saper leggere le nuove tendenze e le nuove mode veicolate dai mass media introducendole, laddove è possibile, nelle attività extracurriculari. Con l'autonomia progettuale ciascuna istituzione può personalizzare i propri piani di offerta formativa, accogliendo le proposte che provengono dagli alunni, dalle famiglie e dal territorio.


Negli ultimi anni, la vera piccola rivoluzione è stata attuata nella scuola elementare dove per colmare l'assenza di docenti specializzati nell'area motoria, sono state accolte le proposte progettuali provenienti da gruppi e società sportive qualificate operanti sul territorio.


La scuola oggi richiede che i maestri, i tutor, i docenti, gli altri operatori sportivi siano altamente qualificati e motivati, per poter affidare loro l'affascinante ed arduo compito di valorizzare il "periodo sensibile" degli alunni, il periodo cioè di costruzione del sè.


Nella programmazione delle attività sportive curriculari ed extracurriculari bisogna individuare e realizzare attività ed iniziative che poteziano e valorizzano l'attività motoria e sportiva: è ormai tempo che sia superata una convizione sociale ancora molto radicata, secondo la quale l'attività sportiva nella scuola è considerata un momento ricreativo del curriculo, un attività di svago, ecc...


Un grosso contributo alla rivalutazione del ruolo delle discipline sportive all'interno della scuola è recato dal dialogo colabborativo fra le due massimi istituzioni che rappresentano il mondo della scuola e quello dello sport.


Il rinnovato protocollo d'intesa fra M.I.U.R. e C.O.N.I. , infatti, mira a "favorire l'attività motoria, fisica e sportiva da parte dei giovani che ancora non la praticano", pone l'accento sulla valorizzazione dell'attività motoria nelle scuole e si propone di "intensificare l'attività ludico-motoria nella scuola primaria".


Ci si augura che, nel giro di pochi anni, questo piano nazionale di interventi a favore dello sport scolastico possa ririqualificare le struttre sportive scolastiche consentendo "in tutta sicurezza una partecipazione intensiva ai programmi scolastici ed extrascolastici di educazone fisica e di sport", afinchè il futuro dei nostri giovani possa essere contrassegnato da una mentalità sportiva acquisita nei banchi di scuola e non più abbandonata.


di Salvatore Mazzei - Docente ISEF - Componente Staff Tecnico CONI Cosenza

Published:  24-Oct-2007 20:04