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Usain Bolt 100m in 9,69 contro la scienza: il record era previsto per il 2030


Per il giamaicano la matematica è un'opinione: secondo un modello matematico il tempone di 9, 69 si sarebbe dovuto registrare nel terzo decennio del 2000. Secondo le opinioni di diversi statistici e fisici riportate dal sito online della rivista Wired, finora questo modello matematico era stato in grado di prevedere i costanti progressi dei centometristi, prendendo il tempo di 9,45 secondi come limite insuperabile per gli atleti.

“Con questi nuovi dati - spiega Reza Noubary, matematico statunitense dell’università della Pennsylvania - il tempo record previsto per i 100 metri probabilmente sarà destinato ad abbassarsi ulteriormente”. Alcuni anni fa, riporta ancora la rivista online, il fisico della Loyola Marymount University di Los Angeles Jonas Mureika aveva sviluppato un modello che aveva previsto un tempo simile a quello di Bolt per il 2009. Ma il fisico, stupito davanti a quei numeri incredibili, decise di non pubblicare il suo lavoro.
Un gruppo di esperti statistici e fisici hanno messo a punto un modello matematico basato sui record mondiali che si sono registrati per quasi un secolo. Gli scienziati hanno fissato come limite massimo raggiungibile dall'uomo il tempo di 9,45 e, sulla base della sequenza dei record del mondo, hanno elaborato un grafico, secondo il quale il tempo di 9,69 secondi sarebbe stato raggiunto nel 2030.

Fino all'avvento di Bolt sulla scena dell'atletica internazionale, la statistica aveva dato risultati piuttosto attendibili. Il giamaicano, però, ha rimesso tutto in discussione: non solo è arrivato in anticipo di 28 anni, ma ha anche messo in dubbio il limite considerato insuperabile di 9,45. «Con questi nuovi dati probabilmente si scenderà al di sotto del tempo previsto», ha ammesso Reza Noubary, matematico della Bloomsburg University in Pennsylvania e autore di un libro sulla statistica applicata allo sport.



I dati raccolti supportavano la tesi secondo cui l'aumento della velocità degli atleti stesse diminuendo negli anni, avvicinandosi al punto di arresto.
Statistiche di questo tipo, ad esempio, sono risultate molto attendibili nel salto in lungo, disciplina in cui il record mondiale è stato migliorato solo due volte dal 1968 ad oggi. Ma a quanto pare, nei 100 metri la progressione è tutto fuorché vicina a un punto d'arresto.

Alcuni anni fa un altro studioso, il fisico Jonas Mureika della Loyola Marymount University di Los Angeles, aveva fatto una previsione molto più attendibile di quella elaborata dai suoi colleghi. Mureika aveva messo a punto un modello matematico che utilizzava tecniche tratte dalla sismologia: «Il modello prevedeva questi record pazzeschi e che nel 2009 si sarebbe scesi sotto il muro dei 9,6. Ma non potevo credere a una progressione così veloce», ha spiegato. E alla fine non ha pubblicato il suo lavoro: «Mi autoflagello ogni volta che ci penso. È la penitenza per aver dubitato dei numeri».

«Bolt poteva andare anche più veloce». «Usain avrebbe potuto correre in 9,52 nella finale dei 100 metri, se non avesse rallentato per festeggiare»: questo il commento dell'allenatore di Bolt, Glen Mills. «Bolt è all'inizio della sua carriera nei 100 e raggiungerà il suo picco di prestazioni solo tra due anni», ha aggiunto Mills, a Zurigo, dove il giamaicano sarà in gara nei 100 del meeting di venerdì valido per la Golden League, dove affronterà i due uomini che hanno vinto l'argento ed il bronzo nei 100 a Pechino, Richard Thompson di Trinidad e Tobago e lo statunitense Walter Dix.

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Autore Albero
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