TRADIZIONI POPOLARI E RELIGIOSE

Natale a Torano Castello

La ritualità del Natale, complessa, stratificata, di diversa origine culturale temporale, sembra avere un’unica vera finalità, che è quella di preservare l’uomo dal male e di promuoverlo all’abbondanza e al bene e, cioè alla vita. I suoni e i rumori che annunciano l’approssimarsi del Natale iniziano già alcuni giorni prima dello stesso mese di dicembre. I dodici giorni tra Santa Lucia e Natale prendono il nome dei dodici mesi dell’anno, e dal loro comportamento meteorologico si traggono pronostici per l’anno nuovo. Nei giorni precedenti il Natale nelle famiglie si preparano i dolci. Si tratta per la gran parte di pasta di farina lavorata con zucchero, uova, miele, fritta condita con mosto cotto o miele, e poi guarnita con confetti colorati e posta su foglie d’arancio. Si consumano in casa e s’inviano a parenti e amici, e soprattutto alle famiglie in lutto dove non si frigge e che un detto definisce per questo infelice (« Amara chira casa ch’un si fria» ). Questi dolci sono detti turdiddri, scaliddri, cassateddre.sira dell’abbuttu, dell’abbuffata propiziatrice, che consterà di nove o tredici pietanze. Pietanze semplici e povere (pasta con acciughe, baccalà fritto e in umido, e poi, ortaggi e frutta con variazioni di luogo, ma non carne, riservata al pranzo del venticinque). La tavola si lascia imbandita in segno di augurio, perché i morti nella notte partecipino con i vivi alla consumazione rituale delle vivande, e perché la Madonna, fermatesi con il Bambino, assaggi i cibi, o la Sacra Famiglia, stanca del camminare, si siedi a mensa e si ristori. La Mezzanotte Santa è anche il momento propizio, l’unico dell‘anno, per trasmettere le formule con cui esercitare l’occulto potere della magia. Su tutte, però, prevalgono quelle della magia bianca, utili per sciogliere e non per legare, per liberare l’uomo dell’ assedio del male e non procuragli il male.
I riti di eliminazione e di purificazione propri dei tempi di passaggio sono perpetuati la notte di Capodanno con il lancio dei vecchi mobili, stoviglie e vasellame di ogni sorta, così i mali del vecchio anno se ne vanno con essi. Nella notte dell’Epifania, fino a poco tempo fa, a Torano si cantava la strina. Gruppi di ragazzi e di giovani bussavano alla porta di casa di parenti e di amici o di signori del luogo; e chiedevano la strenna, eseguendo canti auguranti abbondanza e felicità. A mezzanotte in chiesa o in alcuni luoghi si celebrava la Messa della stella o Stiddruzza . Tre persone si vestivano da Re Magi e guidati da una stella di carta fatta scorrere su di un filo si avviavano verso la Sacra Famiglia recando loro i doni. Con l’ Epifania si conclude l’ultimo nucleo della cerimonie cicliche che scandiscono il corso dell’anno.

 

 

L'infiorata - Corpus Domini

 


Per le strade di Torano si allestiscono altarini votivi. Ai balconi e dalle finestre vengono appese le più coperte del corredo toranese mentre sull'asfalto si creano con i fiori delle vere opere d'arte.
In questa suggestiva atmosfera si snoda la processione del Corpus Domini.


A luminera - 7 settembre

 

Grandi falò vengono accesi la notte del 7 settembre nei vari rioni di Torano. Intorno alla luminera si raccolgono i fedeli in preghiera in onore della Madonna del Pettoruto.



Festa Patronale

 

La festa patronale in onore a San Biagio Vescovo e Martire si svolge il giorno 3 febbraio, mentre in segno devozionale la terza domenica di ottobre. Tutta la popolazione avverte profondamente e vive intensamente questi giorni. Nel primo pomeriggio si svolge la parte religiosa con la relativa processione, dove la statua del Santo viene portata dai devoti e il corteo attraversa così le vie del paese. Alla processione fa capo la banda musicale.