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Il nuoto: le verità e i miti da sfatare
Il nuoto è da sempre considerato uno degli sport più completi, coinvolge tutta la muscolatura e le articolazioni del corpo e grazie ad esso si può raggiungere il completo controllo di tutti i movimenti.
Fa bene al cuore e ai polmoni, alla muscolatura, all'umore e perchè no, anche alla silhouette. L'unico imperativo categorico è farlo in modo corretto e con molta costanza.
Il costo energetico varia molto tra i vari stili di nuoto. Il costo minore si ha nello stile libero, segue il dorso con un costo energetico di poco superiore, aumenta considerevolmente (del 50-60%) nella rana e nel delfino.
Un altro importante fattore da considerare nel nuoto è la termoregolazione. Il valore medio di costo energetico per soggetto di 70 kg è dell'ordine di 10 kcal/minuto a circa 4 km/h. Quindi mezz'ora di nuoto corrisponde a 300 kcal. Il costo energetico sale molto con l'aumentare della velocità, ad esempio del 40% per velocità di 6 km/h. Normalmente l'acqua è più fredda del corpo, pertanto si ha una continua dispersione termica attraverso la cute per due meccanismi: conduzione, cioè trasferimento diretto di calore dal corpo all'acqua, ma anche convezione: infatti, l'avanzamento comporta il fatto che il corpo entra continuamente in contatto con una nuova falda d'acqua e quindi il processo di dispersione termica è aumentato. Un effetto analogo si verifica nell'avanzamento in aria. La dispersione termica è rilevante e l'organismo può solo controbilanciarla con la termogenesi legata al lavoro muscolare. La sopravvivenza in acqua è in effetti criticamente legata alla temperatura dell'acqua. Non è affatto raro provare una gran fame dopo una bella nuotata. Questo testimonia dell'elevata spesa energetica.
I risultati sulla linea si vedono dopo qualche mese di esercizio costante (almeno un paio di volte alla settimana): il corpo si modella, tutti i muscoli diventano tonici e scattanti mantenendo l'armonia delle forme.
Di solito, si pensa che il nuoto sia uno sport ideale per chi soffre di mal di schiena. Non è necessariamente vero: nuotare con il ventre verso il basso (rana, delfino), ad esempio, provoca un'iperestensione della colonna vertebrale mettendo in tensione la parte bassa della schiena...
Il completo riposo non è certo il modo migliore per contrastare questo fastidioso acciacco ma dobbiamo sfatare un mito: il nuoto non è la panacea del mal di schiena! Anzi, l'esecuzione di alcuni esercizi può peggiorare la situazione in tutti quei casi in cui risulta già compromessa. Di certo, se si ha mal di schiena si riesce di solito a nuotare senza troppi problemi ma sono da evitare assolutamente i seguenti esercizi: nuotata a delfino, nuotata a rana, tutti gli esercizi a gambe che prevedono l'uso della tavoletta (ottimo invece è il gambe dorso con le braccia distese in alto), stile libero con la testa alta fuori dall'acqua. Meglio ripiegare sullo stile libero o su un semplice dorso.
Dunque non è assolutamente vero che il nuoto risolve i problemi della schiena, anzi. Infatti i grandi nuotatori del passato come Mark Spitz o Gross, che passavano ore in acqua e facevano ben poco fuori, avevano tutti dei dorsi curvi. I nuotatori di oggi invece stanno belli diritti perché fanno anche tanto lavoro a secco con i pesi. Il nuoto infatti è uno sport molto completo per gli arti, per cuore e polmoni, ma non per la schiena: la colonna è progettata per affrontare la forza di gravità ed a questo la si deve allenare. Mettendosi in acqua si toglie il peso sulle spalle: utile in fase acuta, ma inutile per allenare la schiena.
L'esercizio fisico può essere di grande aiuto, a condizione di saper scegliere l'attività giusta e di praticarla con le dovute precauzioni!
Il costo energetico varia molto tra i vari stili di nuoto. Il costo minore si ha nello stile libero, segue il dorso con un costo energetico di poco superiore, aumenta considerevolmente (del 50-60%) nella rana e nel delfino.
Un altro importante fattore da considerare nel nuoto è la termoregolazione. Il valore medio di costo energetico per soggetto di 70 kg è dell'ordine di 10 kcal/minuto a circa 4 km/h. Quindi mezz'ora di nuoto corrisponde a 300 kcal. Il costo energetico sale molto con l'aumentare della velocità, ad esempio del 40% per velocità di 6 km/h. Normalmente l'acqua è più fredda del corpo, pertanto si ha una continua dispersione termica attraverso la cute per due meccanismi: conduzione, cioè trasferimento diretto di calore dal corpo all'acqua, ma anche convezione: infatti, l'avanzamento comporta il fatto che il corpo entra continuamente in contatto con una nuova falda d'acqua e quindi il processo di dispersione termica è aumentato. Un effetto analogo si verifica nell'avanzamento in aria. La dispersione termica è rilevante e l'organismo può solo controbilanciarla con la termogenesi legata al lavoro muscolare. La sopravvivenza in acqua è in effetti criticamente legata alla temperatura dell'acqua. Non è affatto raro provare una gran fame dopo una bella nuotata. Questo testimonia dell'elevata spesa energetica.
I risultati sulla linea si vedono dopo qualche mese di esercizio costante (almeno un paio di volte alla settimana): il corpo si modella, tutti i muscoli diventano tonici e scattanti mantenendo l'armonia delle forme.
Di solito, si pensa che il nuoto sia uno sport ideale per chi soffre di mal di schiena. Non è necessariamente vero: nuotare con il ventre verso il basso (rana, delfino), ad esempio, provoca un'iperestensione della colonna vertebrale mettendo in tensione la parte bassa della schiena...
Il completo riposo non è certo il modo migliore per contrastare questo fastidioso acciacco ma dobbiamo sfatare un mito: il nuoto non è la panacea del mal di schiena! Anzi, l'esecuzione di alcuni esercizi può peggiorare la situazione in tutti quei casi in cui risulta già compromessa. Di certo, se si ha mal di schiena si riesce di solito a nuotare senza troppi problemi ma sono da evitare assolutamente i seguenti esercizi: nuotata a delfino, nuotata a rana, tutti gli esercizi a gambe che prevedono l'uso della tavoletta (ottimo invece è il gambe dorso con le braccia distese in alto), stile libero con la testa alta fuori dall'acqua. Meglio ripiegare sullo stile libero o su un semplice dorso.
Dunque non è assolutamente vero che il nuoto risolve i problemi della schiena, anzi. Infatti i grandi nuotatori del passato come Mark Spitz o Gross, che passavano ore in acqua e facevano ben poco fuori, avevano tutti dei dorsi curvi. I nuotatori di oggi invece stanno belli diritti perché fanno anche tanto lavoro a secco con i pesi. Il nuoto infatti è uno sport molto completo per gli arti, per cuore e polmoni, ma non per la schiena: la colonna è progettata per affrontare la forza di gravità ed a questo la si deve allenare. Mettendosi in acqua si toglie il peso sulle spalle: utile in fase acuta, ma inutile per allenare la schiena.
L'esercizio fisico può essere di grande aiuto, a condizione di saper scegliere l'attività giusta e di praticarla con le dovute precauzioni!
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