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Danni del Fumo e Attività fisica
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Sport vuol dire vita. L’esercizio fisico aiuta, infatti, a raggiungere un migliore stato di benessere sia fisico che psichico, ispira libertà e anche bellezza e divertimento. Al contrario, il fumo di sigaretta e il consumo di tutti i prodotti a base di tabacco sono causa di malattia e di morte.
Il fumo di sigaretta, infatti, è oggi la principale causa di malattia e di morte nella maggior parte dei Paesi sviluppati, provocando ogni anno – in tutto il mondo – circa 4 milioni di morti premature.
Le stime dell’OMS prevedono che, per l’anno 2030, il tabacco ucciderà oltre 10 milioni di persone, molte di più delle vittime dell’HIV, della tubercolosi, degli incidenti stradali, dei suicidi e degli omicidi messi insieme. In Italia, il tabacco è il responsabile di circa il 30% di tutte le morti per tumore, ovvero 45.000 decessi ogni anno. Ad esse, si sommano 8.000 decessi l’anno per cause legate al fumo passivo, 10.000 morti per bronchite cronica ed enfisema polmonare ed un numero non trascurabile di decessi per infarto miocardico e altre patologie cardio e cerebro-vascolari. Si calcola che in Italia muoiano, complessivamente, ogni anno 83.000 persone per cause legate al fumo e uno ogni sei/sette decessi sia dovuto al tabacco.
Chi fa sport, e ci tiene a farlo al massimo delle proprie capacità, non può fumare: il fumo, infatti, incidendo negativamente sul fiato e il rendimento muscolare, è causa di un minore rendimento sportivo.
Purtroppo però i grandi eventi sportivi diventano per le multinazionali del tabacco un potente canale pubblicitario. Le marche di sigari e sigarette sulle magliette degli sportivi e negli spazi pubblicitari degli stadi sono portatrici di veri e propri messaggi subliminali per gli spettatori seduti sugli spalti e per quelli incollati agli schermi televisivi. Indotti a credere che il fumo non sia poi così pericoloso se è una competizione sportiva a farsene promotrice.
La verità, invece, è che fumo e sport sono inconciliabili, per due ordini di motivi. Perché il fumo altera pesantemente ogni performance sportiva e perché “l’esercizio fisico non protegge in alcun modo dal rischio che un fumatore abituale ha di ammalarsi di cancro al polmone”.
Ma le cose stanno cambiando. Il mondo dello sport ha capito di poter vivere anche senza i soldi delle multinazionali del tabacco, e di poter fare molto per il bene delle future generazioni.
Dando di sé un’immagine pulita, senza lasciare spazio a mistificazioni e superficialità. Per questo nel corso degli anni le federazioni sportive hanno promosso manifestazioni e campagne contro il fumo e i “divi” dello sport si sono fatti ambasciatori di uno stile di vita “smoke-free”.
Più fumi meno corri...
Gli effetti sulla prestazione sportiva del fumo sono stati calcolati da uno studio pubblicato nel 1988 da Preventive Medicine.
Gli scienziati non hanno dubbi: la resistenza alla corsa, ad esempio, è notevolmente inferiore nei fumatori rispetto ai non fumatori (per ogni sigaretta fumata il tempo per completare la corsa aumenta di 40 secondi, fumare 20 sigarette ogni giorno rende gli atleti più vecchi di 12 anni quanto a capacità atletiche). In altre parole, chi fuma e ha 30 anni corre come una persona che ne ha 42. Il fumo quindi altera negativamente la perfomance sportiva perché provoca un decremento della capacità polmonare e della forza muscolare.
Gli effetti del tabacco sono gli stessi nei dilettanti e nei professionisti. Sono però più spiccati nei soggetti non allenati. E derivano da due componenti: la nicotina e il monossido di carbonio (un gas incolore prodotto dalla incompleta combustione delle foglie di tabacco). La nicotina, che determina l’aroma del tabacco e che è responsabile della dipendenza del fumatore, aggredisce soprattutto l’apparato cardiocircolatorio, provocando una riduzione delle dimensioni dei vasi sanguigni periferici e causando l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’eccitabilità del miocardio e quindi dell’incidenza di cardiopatie ischemiche. Per capire gli svantaggi che si riversano su chi pratica sport, basti pensare che l’allenamento (soprattutto quello delle discipline aerobiche) provoca esattamente l’effetto opposto e che esiste un doping basato su farmaci metabloccanti, farmaci cioè che abbassano la frequenza cardiaca. La nicotina, inoltre, non favorisce nemmeno la destrezza e la concentrazione dell’atleta. Per quanto stimoli il sistema simpatico, non agisce al pari di un farmaco psicoattivo. Infatti, a differenza della caffeina, che svolge un’azione specifica di eccitazione sul sistema nervoso centrale, la nicotina colpisce in special modo l’apparato cardiocircolatorio.
Il monossido di carbonio sottrae ossigeno al sangue, inducendo effetti negativi sui tessuti. Una volta inalato, infatti, si combina, a livello alveolare, con grandi quantità di emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno, riducendo, perciò, l’ossigeno disponibile. Tanto è vero che, anche in questo caso, esiste una forma di doping a base di farmaci in grado di aumentare la quantità di ossigeno nel sangue. Inoltre, proprio nei tessuti, il monossido di carbonio si lega con la mioglobina, proteina indispensabile alla contrazione muscolare.
Si può riassumere, a questo punto, operando una distinzione tra gli effetti a breve termine e quelli a lungo termine del fumo di sigaretta. Nel primo caso si tratta di sintomi reversibili dopo alcune settimane dal momento in cui si smette di fumare, nel secondo invece gli effetti possono essere più duraturi.
Effetti a breve termine del fumo sullo sportivo
¨ Maggiore affaticamento. Si riduce infatti il tempo di esaurimento delle energie fisiche in esercizi a sforzo continuato (Il monossido di carbonio disturba la funzione dell’emoglobina del sangue, occupando lo spazio in cui viene trasportato l’ossigeno. Di conseguenza i muscoli si stancano più rapidamente).
¨ L’ossigeno non riesce a raggiungere i muscoli. Si produce un’intossicazione da monossido di carbonio e un blocco parziale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno ai muscoli
¨ Diminuisce il flusso del sangue ai muscoli, ma anche al cervello e all’apparato cardiovascolare (I polmoni producono catarro e respirare diventa più difficoltoso)
¨ Si riduce la ventilazione polmonare, ossia il volume complessivo di aria immessa nei polmoni
¨ Sfruttando meno il metabolismo aerobico si deve ricorrere a quello anaerobico: da qui una precoce formazione dell’acido lattico, una specie di “scoria” che intossica i muscoli
¨ Si altera il sistema nervoso. La nicotina agisce come una sostanza antistressante, ma altera le condizioni biologiche dell’organismo.
¨ Fumare sovraccarica il cuore e il sistema circolatorio, quindi aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Effetti a lungo termine del fumo sullo sportivo
¨ Riduzione cronica della funzione respiratoria e possibile ritardo dello sviluppo e della crescita delle funzioni polmonari
¨Infezioni dell’apparato respiratorio, asma e ostruzioni bronchiali causate da un’alterazione dei processi grazie ai quali le cellule dei bronchi riescono a espellere insieme al muco, i virus e gli altri agenti inquinanti
¨ Aumento del rischio cardiovascolare
¨ Disfunzione della frequenza cardiaca sia a riposo sia sotto sforzo. Quando è a riposo, infatti, il cuore deve lavorare più duramente per distribuire il sangue a tutto il corpo; durante l’esercizio fisico, invece, il cuore di un fumatore non riesce a pompare efficientemente il nutrimento e l’ossigeno supplementari richiesti dai muscoli
¨ Aumento del rischio di cancro al polmone e agli organi dell’apparato respiratorio (una probabilità reversibile in un tempo che va dai 7 ai 10 anni dal momento in cui si smette di fumare)
¨ Incremento della tosse, dell’escreato, del respiro ansimante
¨ Raddoppia la probabilità di incorrere in infortuni durante gli esercizi
¨ Aumenta il tempo di guarigione delle ferite: i fumatori, ad esempio, con fratture della tibia hanno bisogno di 4 settimane in più rispetto ai non fumatori per guarire e, a volte, non guariscono del tutto
¨ Difficoltà a controllare il proprio peso. In particolare gli uomini che fumano hanno un dispendio energetico giornaliero minore rispetto ai non fumatori. Inoltre la distribuzione del grasso nel corpo dei fumatori può avere implicazioni avverse sulla salute.
Il fumo di sigaretta, infatti, è oggi la principale causa di malattia e di morte nella maggior parte dei Paesi sviluppati, provocando ogni anno – in tutto il mondo – circa 4 milioni di morti premature.
Le stime dell’OMS prevedono che, per l’anno 2030, il tabacco ucciderà oltre 10 milioni di persone, molte di più delle vittime dell’HIV, della tubercolosi, degli incidenti stradali, dei suicidi e degli omicidi messi insieme. In Italia, il tabacco è il responsabile di circa il 30% di tutte le morti per tumore, ovvero 45.000 decessi ogni anno. Ad esse, si sommano 8.000 decessi l’anno per cause legate al fumo passivo, 10.000 morti per bronchite cronica ed enfisema polmonare ed un numero non trascurabile di decessi per infarto miocardico e altre patologie cardio e cerebro-vascolari. Si calcola che in Italia muoiano, complessivamente, ogni anno 83.000 persone per cause legate al fumo e uno ogni sei/sette decessi sia dovuto al tabacco.
Chi fa sport, e ci tiene a farlo al massimo delle proprie capacità, non può fumare: il fumo, infatti, incidendo negativamente sul fiato e il rendimento muscolare, è causa di un minore rendimento sportivo.
Purtroppo però i grandi eventi sportivi diventano per le multinazionali del tabacco un potente canale pubblicitario. Le marche di sigari e sigarette sulle magliette degli sportivi e negli spazi pubblicitari degli stadi sono portatrici di veri e propri messaggi subliminali per gli spettatori seduti sugli spalti e per quelli incollati agli schermi televisivi. Indotti a credere che il fumo non sia poi così pericoloso se è una competizione sportiva a farsene promotrice.
La verità, invece, è che fumo e sport sono inconciliabili, per due ordini di motivi. Perché il fumo altera pesantemente ogni performance sportiva e perché “l’esercizio fisico non protegge in alcun modo dal rischio che un fumatore abituale ha di ammalarsi di cancro al polmone”.
Ma le cose stanno cambiando. Il mondo dello sport ha capito di poter vivere anche senza i soldi delle multinazionali del tabacco, e di poter fare molto per il bene delle future generazioni.
Dando di sé un’immagine pulita, senza lasciare spazio a mistificazioni e superficialità. Per questo nel corso degli anni le federazioni sportive hanno promosso manifestazioni e campagne contro il fumo e i “divi” dello sport si sono fatti ambasciatori di uno stile di vita “smoke-free”.
Più fumi meno corri...
Gli effetti sulla prestazione sportiva del fumo sono stati calcolati da uno studio pubblicato nel 1988 da Preventive Medicine.
Gli scienziati non hanno dubbi: la resistenza alla corsa, ad esempio, è notevolmente inferiore nei fumatori rispetto ai non fumatori (per ogni sigaretta fumata il tempo per completare la corsa aumenta di 40 secondi, fumare 20 sigarette ogni giorno rende gli atleti più vecchi di 12 anni quanto a capacità atletiche). In altre parole, chi fuma e ha 30 anni corre come una persona che ne ha 42. Il fumo quindi altera negativamente la perfomance sportiva perché provoca un decremento della capacità polmonare e della forza muscolare.
Gli effetti del tabacco sono gli stessi nei dilettanti e nei professionisti. Sono però più spiccati nei soggetti non allenati. E derivano da due componenti: la nicotina e il monossido di carbonio (un gas incolore prodotto dalla incompleta combustione delle foglie di tabacco). La nicotina, che determina l’aroma del tabacco e che è responsabile della dipendenza del fumatore, aggredisce soprattutto l’apparato cardiocircolatorio, provocando una riduzione delle dimensioni dei vasi sanguigni periferici e causando l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’eccitabilità del miocardio e quindi dell’incidenza di cardiopatie ischemiche. Per capire gli svantaggi che si riversano su chi pratica sport, basti pensare che l’allenamento (soprattutto quello delle discipline aerobiche) provoca esattamente l’effetto opposto e che esiste un doping basato su farmaci metabloccanti, farmaci cioè che abbassano la frequenza cardiaca. La nicotina, inoltre, non favorisce nemmeno la destrezza e la concentrazione dell’atleta. Per quanto stimoli il sistema simpatico, non agisce al pari di un farmaco psicoattivo. Infatti, a differenza della caffeina, che svolge un’azione specifica di eccitazione sul sistema nervoso centrale, la nicotina colpisce in special modo l’apparato cardiocircolatorio.
Il monossido di carbonio sottrae ossigeno al sangue, inducendo effetti negativi sui tessuti. Una volta inalato, infatti, si combina, a livello alveolare, con grandi quantità di emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno, riducendo, perciò, l’ossigeno disponibile. Tanto è vero che, anche in questo caso, esiste una forma di doping a base di farmaci in grado di aumentare la quantità di ossigeno nel sangue. Inoltre, proprio nei tessuti, il monossido di carbonio si lega con la mioglobina, proteina indispensabile alla contrazione muscolare.
Si può riassumere, a questo punto, operando una distinzione tra gli effetti a breve termine e quelli a lungo termine del fumo di sigaretta. Nel primo caso si tratta di sintomi reversibili dopo alcune settimane dal momento in cui si smette di fumare, nel secondo invece gli effetti possono essere più duraturi.
Effetti a breve termine del fumo sullo sportivo
¨ Maggiore affaticamento. Si riduce infatti il tempo di esaurimento delle energie fisiche in esercizi a sforzo continuato (Il monossido di carbonio disturba la funzione dell’emoglobina del sangue, occupando lo spazio in cui viene trasportato l’ossigeno. Di conseguenza i muscoli si stancano più rapidamente).
¨ L’ossigeno non riesce a raggiungere i muscoli. Si produce un’intossicazione da monossido di carbonio e un blocco parziale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno ai muscoli
¨ Diminuisce il flusso del sangue ai muscoli, ma anche al cervello e all’apparato cardiovascolare (I polmoni producono catarro e respirare diventa più difficoltoso)
¨ Si riduce la ventilazione polmonare, ossia il volume complessivo di aria immessa nei polmoni
¨ Sfruttando meno il metabolismo aerobico si deve ricorrere a quello anaerobico: da qui una precoce formazione dell’acido lattico, una specie di “scoria” che intossica i muscoli
¨ Si altera il sistema nervoso. La nicotina agisce come una sostanza antistressante, ma altera le condizioni biologiche dell’organismo.
¨ Fumare sovraccarica il cuore e il sistema circolatorio, quindi aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Effetti a lungo termine del fumo sullo sportivo
¨ Riduzione cronica della funzione respiratoria e possibile ritardo dello sviluppo e della crescita delle funzioni polmonari
¨Infezioni dell’apparato respiratorio, asma e ostruzioni bronchiali causate da un’alterazione dei processi grazie ai quali le cellule dei bronchi riescono a espellere insieme al muco, i virus e gli altri agenti inquinanti
¨ Aumento del rischio cardiovascolare
¨ Disfunzione della frequenza cardiaca sia a riposo sia sotto sforzo. Quando è a riposo, infatti, il cuore deve lavorare più duramente per distribuire il sangue a tutto il corpo; durante l’esercizio fisico, invece, il cuore di un fumatore non riesce a pompare efficientemente il nutrimento e l’ossigeno supplementari richiesti dai muscoli
¨ Aumento del rischio di cancro al polmone e agli organi dell’apparato respiratorio (una probabilità reversibile in un tempo che va dai 7 ai 10 anni dal momento in cui si smette di fumare)
¨ Incremento della tosse, dell’escreato, del respiro ansimante
¨ Raddoppia la probabilità di incorrere in infortuni durante gli esercizi
¨ Aumenta il tempo di guarigione delle ferite: i fumatori, ad esempio, con fratture della tibia hanno bisogno di 4 settimane in più rispetto ai non fumatori per guarire e, a volte, non guariscono del tutto
¨ Difficoltà a controllare il proprio peso. In particolare gli uomini che fumano hanno un dispendio energetico giornaliero minore rispetto ai non fumatori. Inoltre la distribuzione del grasso nel corpo dei fumatori può avere implicazioni avverse sulla salute.
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